Page 37 - Le Riflesione su San Giuseppe
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Per riflettere: La fede è per me adesione ad un insieme di verità statiche o piuttosto seguimento della
persona di Gesù e crescita nella sua amicizia? (Gli Apostoli dissero al Signore: Accresci a noi la
fede.) Sono timorato di Dio, onesto, sincero, responsabile? Sono fedele alle pratiche di pietà, anche
quando non posso farle com la comunità?
02 – Essendo uomo “giusto” – perché disponibile a compiere gioiosamente e fedelmente la volontà
divina – Giuseppe consegna la propria vita a un progetto che lo trascende, con l’accettazione del
comando di prendere con sé Maria. Ecco la giustizia di Giuseppe: non si tratta semplicemente
dell’osservanza scrupolosa dei comandamenti, ma di una giustizia che è ricerca integrale della volontà
divina, accolta con obbedienza piena. A causa di questa obbedienza, inizia per Giuseppe una vita
nuova, con prospettive prima inimmaginabili. Egli scopre lentamente un senso più profondo della
vocazione di sposo e e di padre. Rimarrà così accanto a Maria, sposo fedele, e a quel Bimbo quale
figura paterna e responsabile. L’assunzione di questa responsabilità è espressa dapprima con la
decisione di prendere con sé Maria sua sposa; poi con l'imposizione del nome al neonato Figlio di
Maria (Mt. 1,21). L’atto del dare il nome significa che conferire a quel Bambino l'identità sociale del
padre: é proprio per questo che Gesù può essere riconosciuto "discendente di Davide", requisito
essenziale della messianicità. Questo Bimbo è dunque consegnato alla responsabilità e all’amore di
Giuseppe e, attraverso di lui, Dio consegna alla storia umana il più grande pegno della sua fedeltà,
colui che è l’“Emmanuele”, il “Dio-con-noi”, profetizzato da Isaia.
“Agli ordini angelici Giuseppe obbedisce sempre prontamente e ogni volta ricorre un’espressione
assai suggestiva circa la sua pronta risposta: «prese con sé». La prima volta è al termine
dell’annunciazione di cui egli è il destinatario: «fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa». Successivamente, il «prendere con sé» riguarda l’ordine angelico circa il
bambino e la madre da far riparare in Egitto; infine la stessa espressione ricorre quando si tratta di
ritornare dall’Egitto.” (Card. Gianfranco Ravasi).
Certamente tutto ciò è avvolto nel mistero di Dio, al quale si accede solo con la fede e l’obbedienza
alla sua volontà. Ebbene, anche in questo eccelle Giuseppe, definito, proprio per la sua fede, con
l’appellativo sobrio e grandioso, di “uomo giusto”. E giusto anche perchè in tutta la sua vita fece
sempre e solamente la volontà dei Dio.
L'obbedienza è la condizione dell'ordine sociale. La società poggia sul fondamento del quarto
comandamento, quindi senza obbedienza non vi è ordine sociale. Dal Sommo Pontefice al bambino,
vediamo una scala composta di innumerevoli gradini, dove ognuno ha inferiori e superiori. Tutti
devono obbedire. Anche il Papa è sottoposto alle leggi e ai regolamenti stabiliti da Gesù Cristo. Se si
osserva l'obbedienza, la società, le comunità, le famiglie vanno bene; se l'obbedienza è violata, tutto
cammina lentamente verso la rovina.
L'obbedienza è la condizione della perfezione e della santità specialmente per le anime consacrate; il
volo d’obbedienza è la loro fortezza, la loro forza, la custodia della loro virtù. Chi segue l'obbedienza,
ad ogni momento fa la volontà di Dio, quindi cammina sulla via della santità; non ha bisogno di
cercare dov'è la volontà di Dio: l'ha davanti agli occhi ad ogni istante, senza pericolo di ingannarsi.
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