Page 32 - Le Riflesione su San Giuseppe
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dura terra d’esilio. Tu che dopo la Vergine benedetta primo stringesti al seno il Redentore Gesù, sii
                 il nostro esemplare nel nostro ministero che, come il tuo, è ministero di relazione intima col Divin
                 Verbo; Tu ci ammaestri ci assisti ci rendi degni membri della Sacra Famiglia […]. E’ una preghiera
                 che  fa  certo  parte  del  nostro  patrimonio  spirituale:  ha  illuminato  generazioni  di  Oblati  di  San
                 Giuseppe.  E’  la  preghiera  fondativa  della  spiritualità  giuseppina  marelliana,  perché  stabilisce
                 l’essenza del nostro avere come esemplare San Giuseppe: San Giuseppe, come la preghiera recita, è
                 l’esemplare nel ministero che, come il suo, è ministero di relazione intima con il Verbo di Dio fatto
                 uomo, Gesù. Proprio per questo – in una simmetria perfetta – san Giuseppe per noi è Maestro, ci
                 assiste – è protettore . e ci introduce degnamente nella vita della Santa Famiglia di Nazaret, ossia la
                 pienezza della Sua Casa. E tutto questo è “relazione intima”, un’intimità emozionale “Tu che dopo la
                 Vergine benedetta primo stringesti al seno il Redentore Gesù”, e spirituale per quanto abbiamo detto
                 sopra.


                 La terza preghiera non è che un’invocazione a San Giuseppe, una giaculatoria: Sancte Joseph, ora
                 pro nobis, nella lettera 41 sempre all’amico don Giuseppe Riccio, scritta alcuni giorni dopo – il 28
                 marzo 1869.


                 La quarta preghiera è come un suggello, a tutto quanto da lui scritto nell’ampia lettera del 25 ottobre
                 1872 al canonico Giovanni Cerruti [Lettera 83] di fondazione della Compagnia di San Giuseppe –
                 viene dopo tutte le intenzioni e spiegazioni date al canonico – gli interessi di Gesù in particolare, la
                 costruzione del Regno, i mezzi, le virtù, i principi  - alla fine viene la preghiera, l’aspetto teologico
                 che tutto riassume e ri-comprende: Sancte Joseph Custos Jesu et Protector noster accipe nos comites
                 tuos  in  ministeriis  quae  in  terris  persolvere  meruisti – San  Giuseppe,  custode  di  Gesù  e  nostro
                 protettore, accoglici come tuoi compagni nei ministeri che hai meritato di svolgere sulla terra -.


                 La quinta preghiera di San Giuseppe Marello a San Giuseppe, contenuta nell’Epistolario, è proprio
                 per  noi  Oblati  di  San  Giuseppe:  scritta  a  don  Giovanni  Battista  Cortona,  è  l’invocazione  a  San
                 Giuseppe in preparazione alla festa di San Giuseppe del 19 Marzo. L’8 marzo 1891, S. Giuseppe
                 Marello vescovo da Acqui scrive: “Diremo dunque al nostro Grande Patriarca: Eccoci tutti per Te
                 e Tu sii tutto per noi. Tu ci segna la via , ci sorreggi in ogni passo, ci conduci dove la Divina
                 Provvidenza vuole che arriviamo, sia lungo o breve il cammino, piano o malagevole, si vegga o non
                 si vegga per vista umana la meta. O in fretta o adagio noi con Te siam sicuri di andar sempre bene”.
                 E’ l’affidamento a San Giuseppe, e questa preghiera ci accompagna in tutto l’Anno di San Giuseppe
                 che stiamo vivendo. “Il pregio di questa preghiera è che Monsignor Marello si mette accanto a noi,
                 suoi figli per dire a San Giuseppe che siamo uniti attorno a Lui e da Lui aspettiamo la guida sicura.
                 Egli è il nostro Grande Patriarca!” (S. Dalmaso).


                 Abbiamo poi altre 5 preghiere a San Giuseppe, che ci offre Suor Albertina Fasolis – dell’Istituto
                 Milliavacca, presso cui il canonico Giuseppe Marello era direttore spirituale. La suora riferisce che
                 la seconda, la terza e la quarta preghiera sono preghiere suggeritele dallo stesso Marello. Vediamole
                 La prima preghiera di Suor Albertina Fasolis è nella circostanza degli esercizi spirituali predicati dal
                 canonico Marello  alle monache dell’Istituto Milliavacca, con inizio come indicato, l’8 ottobre 1881,
                 e sta nella nona predica – sull’Incarnazione - delle diciotto presentate dal santo: “E voi, S. Giuseppe,
                 così umile e presente a tutte le azioni di Gesù, parlatemi al cuore, fatemi imparare tutto da questa vita

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