Page 35 - Le Riflesione su San Giuseppe
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solamente padre di Gesù e sposo di Maria ma anche “depositario e cooperatore del mistero
provvidenziale di Dio” (RC 14). Come custode, San Giuseppe dedicò totalmente la sua vita al
servizio degli interessi di Gesù, al servizio del Verbo Incarnato; la sua vita diventa un’oblazione totale
di sé a Dio e alla Santa Famiglia di Nazareth. Questo umile e fedele servizio è ciò che ha ispirato
Papa Francesco a considerarlo come modello per il suo ruolo come pastore della Chiesa Universale.
Nella sua omelia per l’inizio del suo ministero petrino il 19 Marzo 2013, Papa Francesco ha
sottolineato la figura di San Giuseppe come “custode” considerandolo come un autentico modello di
servizio e su come rispondere alla vocazione cristiana:
“Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante
attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio”. “Giuseppe è
custode, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più
sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò
che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla
vocazione di Dio, con disponibilità e con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della
vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire
il creato!”.
Nel suo viaggio apostolico in Filippine, Papa Francesco ha raccontato la sua devozione su San
Giuseppe: “Vorrei anche dirvi una cosa molto personale. Io amo molto san Giuseppe, perché è un
uomo forte e silenzioso. Sul mio tavolo ho un’immagine di san Giuseppe che dorme. E mentre dorme
si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo. E quando ho un problema, una difficoltà, io
scrivo un foglietto e lo metto sotto san Giuseppe, perché lo sogni! Questo gesto significa: prega per
questo problema!”
Lui ha accennato anche il ruolo di San Giuseppe come modello dell’arte del “custodire” in famiglia:
“Proprio come il dono della Santa Famiglia fu affidato a san Giuseppe, così il dono della famiglia e
il suo posto nel piano di Dio viene affidato a noi. Come San Giuseppe. Il dono della Santa Famiglia
è stato affidato a san Giuseppe, perché lo portasse avanti. A ciascuno di voi e di noi - perché anch’io
sono figlio di una famiglia – viene affidato il piano di Dio perché venga portato avanti. L’Angelo del
Signore rivelò a Giuseppe i pericoli che minacciavano Gesù e Maria, costringendoli a fuggire in
Egitto e poi a stabilirsi a Nazaret. Proprio così, nel nostro tempo, Dio ci chiama a riconoscere i pericoli
che minacciano le nostre famiglie e a proteggerle dal male. Stiamo attenti alle nuove colonizzazioni
ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia.”
Dagli insegnamenti di questi papi, dalla loro prospettiva teologica e visione ecclesiologica, possiamo
capire il ruolo significativo di San Giuseppe nella vita della Chiesa di oggi. San Giuseppe è il patrono,
protettore e custode della Santa Chiesa. E qui sorge la domanda e la sfida per tutti noi: “Io, come
oblato di San Giuseppe, che cosa posso fare per poter servire gli interessi di Gesù?”, “In quale modo
posso diventare anch’io un custode?” Nella mia congregazione, nella mia provincia, nella mia
famiglia religiosa, che cosa possiamo fare affinché la nostra preghiera e la figura stessa di Giuseppe
acquistino una rinnovata attualità per la Chiesa del nostro tempo, in relazione al nuovo millennio
Cristiano?” (RC 32)
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