Page 147 - Le Riflesione su San Giuseppe
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LA  CONGREGAZIONE  E  I  LAICI  SECONDO  IL  PENSIERO  DI  SAN  GIUSEPPE
                 MARELLO



                 P. Severino Dalmaso OSJ

                 l. La preziosa eredità della spiritualità marelliana
                        Due fatti sono all'inizio del nostro discorso su una possibile spiritualità giuseppina per le
                 persone laiche, che desiderano conoscere i motivi profondi del nostro vivere come religiosi, dediti
                 all'apostolato.

                        Il  motivo  principale  è  la  ricchezza  del  patrimonio spirituale,  che  ci  ha  lasciato  il  nostro
                 Fondatore, San Giuseppe Marello, patrimonio che non può rimanere riservato solo agli Oblati di San
                 Giuseppe, poiche è una ricchezza per tutta la Chiesa, e a noi Oblati incombe il dovere di trasmetterlo
                 ad ogni persona che desideri "servire il Signore nella imitazione di San Giuseppe".
                        Diceva San G. Marello: "Bisogna prendere le proprie ispirazioni da San Giuseppe, che fu il
                 primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù. Esso che ce lo custodì infante, lo protesse fanciullo
                 e gli fu in luogo di padre nei primi trent'anni della sua vita qui in terra" (L.76).

                        San Giuseppe è un esempio perfetto di uomo onesto, pio, puntale e laborioso - un esempio per
                 tutti noi che viviamo in un mondo complesso, in cui le virtù semplici di tutti i giorni rischiano di
                 essere trascurate, mentre sono le più valide e autentiche.

                        E proprio per potersi riappropriare di queste virtù semplici di tutti i giorni, che molti laici
                 guardano con rinnovato favore alla spiritualità marelliana onde trovare degli orientamenti sicuri in
                 mezzo alle difficoltà del mondo di oggi.

                        E' questo il secondo fatto che può costituire un punto di partenza per il nostro incontro: il
                 desiderio di conoscere più a fondo San G. Marello e la sua opera, per avere in lui una guida sicura nel
                 cammino della nostra vita, che si trova spesso a doversi confrontare con le incertezze di un mondo
                 complesso, dove non è facile orientarsi secondo gli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa.

                        Il  Papa,  nel  discorso  della  beatificazione  di  Giuseppe  Marello,  il  26  settembre  1993,
                 descriveva così la situazione: "Attraversiamo un momento storico di grandi cambiamenti culturali.
                 Tali aspetti del vivere sociale si sono fatti frammentari e violenti, interessi particolari tendono a
                 prevalere sul bene comune, arroganza e rivalità si propongono a volte come costume di vita". E
                 aggiungeva: "Nell'animo della gente, tuttavia, cresce l'aspirazione ad un modo di vivere più umano e
                 fraterno. Ma come costruire un'esistenza  realmente solidale, se si percorre la strada del secolarismo
                 e  dell’indifferenza  religiosa,  o  anche  di  una  religiosità  non  autentica?  La  vita,  infatti,  si  apre  al
                 sentimento fraterno solo quando Dio è percepito, conosciuto e amato come Padre, il Padre di tutti".

                        Parlando il giorno avanti la beatificazione agli Oblati di San Giuseppe, il Papa indicava il
                 Beato Giuseppe  Marello come modello e guida in questo ricupero dei valori cristiani, dicendo: "II
                 suo messaggio carismatico vive con voi e nelle vostre benefiche istituzioni". Il messaggio del nostro
                 Fondatore deve, dunque, penetrare la nostra vita e tutte le nostre istituzioni, diffondendosi su coloro



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