Page 144 - Le Riflesione su San Giuseppe
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7 - Ci voleva tutta questa introduzione per capire la nascita in Asti (o il tentativo almeno) della
                 "COMPAGNIA DI SAN GIUSEPPE", nell'anno seguente 1872. Asti era una piccola città di provincia
                 a carattere commerciale agricolo, con pochissime fabbriche che appena stavano nascendo allora;
                 erano le fabbriche di fiammiferi, la Vetraria e le prime cantine (la Vinicola) a carattere industriale.
                 Asti non era ancora un terreno preparato per questo genere di novità. La prima Associazione giovanile
                 che attecchì in Asti fu il "Circolo Silvio Pellico" nel 1885, attorno alla Parrocchia di San Martino,
                 retta dai Padri Barnabiti (parroco il Padre Pezzuti).

                 Ma noi immaginiamo il Vescovo Mons. Savio, dopo quella adunanza, a cui aveva partecipato anche
                 il Segretario Marello accompagnandolo a Torino, lo immaginiamo  mentre si  domanda: che cosa
                 possiamo fare noi qui in Asti? L'anziano Vescovo non trovava risposta se non nelle intuizioni del
                 giovane Segretario; e fu così che nacque l'idea di istituire la "Compagnia di San Giuseppe", mezza
                 Associazione e mezza Confraternita, con scopi anche di promozione sociale, soprattutto tra i giovani,
                 che erano i più bisognosi.

                 8- L'idea poteva avere una prospettiva di successo attorno all'unica opera sociale esistente in Asti a
                 favore  della  gioventù:  il  Michelerio,  che  proprio  in  quell'anno  stava  progettando,  ad  opera  del
                 direttore Can. Giovanni Cerruti, di allargarsi, acquistando il grande isolato del "Gesù", comprendente
                 la Chiesa del Gesù e l'antico monastero delle Monache clarisse, esistente su quattro strade (parte
                 posteriore del 1500, parte anteriore del 1700). L'altra opera sociale cattolica era l'Ospizio Cerrato, che
                 in  quegli  anni  vivacchiava  e  che  poi  Don  Marello  redimerà  e rilancerà  qualche  anno  dopo
                 (coinvolgendolo nel progetto della Congregazione). Scrisse, dunque, al Can. Cerruti, e il tenore della
                 lettera  del  25  ottobre  1872  denota  un  vago  timore  di  non  essere  capito  dall'anziano  Canonico
                 Penitenziere, tanto la proposta che gli faceva era una novità per Asti.

                 9 - Sorvoliamo su tutti i preamboli che preparano il discorso vero e proprio, prima di arrivare al
                 dunque. Osserviamo piuttosto il programma che Don Marello sottoponeva al Canonico, che era in
                 sostanza la domanda di poter usare della Chiesa del Gesù, una volta riaperta al culto, per stabilire ivi
                 un  centro  di  spiritualità  e  di  aggregazione  apostolica.  Penso  che  il  Canonico  Cerruti  vide  nella
                 richiesta del Segretario la volontà di Colui che gli stava dietro, cioè del Vescovo stesso, e questo fu
                 il motivo principale che lo spinse ad accogliere entusiasticamente la richiesta presentata con tanto
                 timore reverenziale da parte del giovane Marello. Anche se accoglierla non voleva dire capire fino in
                 fondo dove don Marello voleva arrivare.

                 Per questo, egli si limitava a esporre il programma spirituale, solo accennando nella seconda parte ad
                 alcune realizzazioni pratiche possibili subito, perché condotte sul filo del soccorso e della beneficenza
                 (che era quello che il Canonico comprendeva di più). Al di là di tutto, c'è in questo programma il
                 nucleo centrale del pensiero marelliano, che avrà poi sviluppi imprevisti anche nella Congregazione
                 che ne seguirà sei anni dopo, nel 1878.

                 Ecco, ad esempio, la originale ispirazione interiore: "Ognuno prenda le proprie ispirazioni dal suo
                 Modello San Giuseppe, che fu il primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù. Chi si è deliberato
                 di  partecipare alla Compagnia deve  fare  davanti  al Signore sincera promessa  di adoperarsi  nella
                 misura delle sue forze a promuovere i cari interessi di Gesù...





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