Page 139 - Le Riflesione su San Giuseppe
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abbandono rende il Marello un maestro spirituale adatto per tutti, per sempre e in ogni luogo: “Un
solo proposito, fecondato, studiato, fatto crescere e sempre ricordato, vale il bene di tutta la vita”.
LA FEDE È L’ASSE PORTANTE DELLA SPIRITUALITÀ
Del Fondatore dicevano: È uomo di fede e diventerà un maestro della fede. Perché in lui la
fede era completa: teologica, cristologica, ecclesiale; impregnava tutta la sua persona: il modo di
pensare, di volere, di parlare, di amare e di agire... Se la fede per un cristiano è credere in Dio e per
Dio, in Cristo e per Cristo, nella Chiesa e per la Chiesa, alla scuola del Marello questa fede era
insegnata e testimoniata in pienezza. La fede e la speranza cristiana lo portavano a mettere Dio sempre
al primo posto e come meta di tutto il suo agire.
PIETÀ – AMORE E RISPETTO PER LE COSE RELIGIOSE
Uomo di preghiera e di intensa vita interiore, il Marello possedeva in modo speciale lo spirito
della vera pietà. Era esempio di pietà vera e forte a tutti, che ammiravano in lui l’uomo di Dio. Nelle
sue esortazioni era facile ascoltare: Prega, prega, prega! Non so raccomandarti altro. La pietà
marelliana è abbandono alla divina volontà, meditazione della parola di Dio, fedeltà alla dottrina
cristiana, pratica delle virtù evangeliche e intensa vita liturgica. In lui niente era forzato, tutto era
naturale.
L’AMORE È IL CUORE DELLA SPIRITUALITÀ MARELLIANA
L’amore a Dio e al prossimo erano in lui evidenti. Amare Dio e farlo amare fu il suo
programma e la sua catechesi. Ciò è evidente nella vita di tutti i Santi. Il suo amore per Dio si riversava
sul prossimo: sui poveri, sui deboli, sugli indifesi, sui giovani, sugli ammalati e sugli anziani. Attorno
a lui si respirava un clima di vera e autentica carità. Non era sentimentalismo, né paternalismo, ma
vera virtù e donazione. Alla sua scuola si viveva LA CARITÀ DELL’AFFETTO, LA CARITÀ
DELLA PAROLA, LA CARITÀ DELLE OPERE.
SAN GIUSEPPE NELLA VITA DEL MARELLO
San Giuseppe è come una perla preziosa nascosta in un’ostrica venuta alla superficie dalle
profondità del mare: preziosità che oggi è oggetto di attenzione da parte di tanti studiosi e devoti.
Nessuno, dopo Maria, ha servito meglio di San Giuseppe gli interessi di Gesù. In San Giuseppe, il
Marello trova la sua ispirazione, il punto di riferimento, e lo propone come modello alla sua
congregazione, che chiamerà giustamente CONGREGAZIONE DEGLI OBLATI DI SAN
GIUSEPPE.
La relazione tra i due Santi è meravigliosa: nelle parole, negli insegnamenti, nella sua vita, il
Marello si rivolge continuamente a San Giuseppe. Non fu soltanto un suo grande devoto, volle anche
trasmettere la sua devozione e la sua fiducia ai suoi figli. Proprio per questa sua grande fiducia in
San Giuseppe, volle fondare la congregazione nel mese a lui dedicato (14 marzo 1878). E possiamo
affermare con assoluta certezza che gli Oblati sono sempre stati fedeli all’esempio e all’insegnamento
del loro fondatore.
Tutti sanno che il Marello ebbe come principio ispiratore San Giuseppe.
AMORE DEL MARELLO PER LA VERGINE MARIA
Altra grande caratteristica della spiritualità marelliana: il tenero amore alla Madonna. Il
teologo garrigou-Lagrange scrisse: Il fondatore degli Oblati di San Giuseppe fu un figlio prediletto
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