Page 146 - Le Riflesione su San Giuseppe
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più spesso al Michelerio dove egli veniva frequentemente al giovedì a predicare l'Ora di Adorazione.
Mi colpiva specialmente il vederlo in funzioni sacre nel Duomo. Pareva che Nostro Signore lo
irradiasse di una luce speciale" (Dai Processi). Attorno a questa attività più nota fiorirono le altre
opere di apostolato, sulle quali vi è ancora molto da indagare storicamente, per ricostruire ciò che ne
nacque nel corso degli anni. Non si può dire che sia sorta una Associazione giovanile vera e propria
sul tipo dell'apostolato esterno. Ma non è neanche possibile liquidare la esperienza di quegli anni con
un segno negativo.
13 - Prova ne sia che il Can. Cerruti ne era contentissimo, e quando mancava don Marello predicava
lui, e tutto quell'accorrere alla Chiesa del Gesù portava anche benefattori al suo orfanotrofio e
benevolenza generale.
Fu in quel clima, che, sviluppandosi l'idea del Marello fino a fondare ivi la Congregazione, l'ambiente
era già preparato: non poteva essere che il Michelerio, ove ormai don Marello era di casa. Non
abbiamo mai pensato perché la Congregazione è nata al Michelerio e non altrove?
Nel 1878, non c'era più bisogno ormai di scrivere una lettera lunga come quella del 1872, per farsi
accogliere dal can. Cerruti. Anzi il Canonico fu il primo in certo modo a cercare, o almeno offrire,
vocazioni per la nuova Congregazione; e di quei quattro che si misero in comunità (si affratellarono,
secondo l'espressione del Fondatore), ben tre provenivano dal Michelerio stesso: Biamino Pietro che
era cresciuto al Michelerio dove faceva il caposarto, Vincenzo Franco e Giuseppe Luigi Rey. Solo
Giorgio Medico era stato trovato dal Marello, e fu l'unico dei primi quattro che perseverò.
14 - La conclusione, sul piano storico, può essere questa: se per la Compagnia di San Giuseppe non
vi furono grandi sviluppi sul piano organizzativo laicale, vi fu uno sviluppo, imprevisto al principio,
ma vero, sul piano spirituale e formativo. Lo sviluppo poi più importante di tutti fu la Congregazione
degli Oblati di San Giuseppe, che si può dire il frutto più bello e duraturo della Compagnia di San
Giuseppe, ideata dal Fondatore nel 1872, e poi trasformata nel 1878 in una Compagnia di nuovo tipo,
sempre laicale sul principio, ma arricchita dei nuovi apporti spirituali e religiosi che fervevano nel
cuore del Marello in quegli anni, soprattutto dopo la morte del padre,Vincenzo, avvenuta il 17 maggio
1873.
15 - Se poi dal piano storico passiamo al piano spirituale, possiamo ricavare una seconda conclusione
e cioè che la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe è nata sul ceppo fondamentale della
devozione alla Eucarestia, devozione che Don Marello coltivò in quella Chiesa intitolata al nome di
Gesù, ricordando che allora tale titolo era legato a quello del Sacro Cuore e che il Mese di gennaio,
in cui si celebrava la Festa del Nome di Gesù, era anche il Mese del Sacro Cuore di Gesù. Da qui la
devozione al Sacro Cuore che il Fondatore trasmise nella Congregazione e che si manifestò fin dal
principio con manifestazioni liturgiche e devozionali attorno alla Eucarestia: ricordare le processioni
eucaristiche in Casa Madre nella festa del Sacro Cuore e le adorazioni che continuarono anche nella
Chiesa di Santa Chiara, divenuta poi Santuario di San Giuseppe.
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