Page 94 - Le Riflesione su San Giuseppe
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Ed è un documento che segna una svolta vera. Mentre nei precedenti documenti della Santa
Sede San Giuseppe arrivava al massimo ad essere definito “precarissimo sposo della Madre di
Dio”, qui il titolo di sposo è preceduto dal titolo di “Padre putativo” dell’unigenito Figlio di
Dio onnipotente. Il documento rappresenta anche un piccolo trattato ufficiale su San Giuseppe, con
riferimento ai suoi titoli, grandezza, dignità, santità e missione estesa al mondo intero.
La figura di S. Giuseppe viene illustrata attraverso il ruolo che ebbe il patriarca Giuseppe nella
storia della Salvezza. Quello che Giuseppe, figlio dell’ antico Giacobbe, fu in relazione alla vita
naturale di Israele, lo fu S. Giuseppe riguardo alla vita soprannaturale degli uomini. Scrive Pio IX:
“In modo simile a come Dio mise a capo di tutta la terra d’Egitto quel Giuseppe, figlio del patriarca
Giacobbe, affinché immagazzinasse frumento per il popolo, così, all’arrivo della pienezza dei
tempi, quando stava per mandare sulla terra suo Figlio unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro
Giuseppe, del quale il primo era stato tipo e figura, che rese padrone e capo della sua casa e del suo
possesso e lo scelse come custode dei suoi principali tesori”.
Il Decreto pone innanzitutto in evidenza la dignita unica di San Giuseppe “costituito da Dio
signore e principe della sua casa e della sua possessione ed eletto a custode dei divini tesori”. “Di
fatto, egli ebbe in sua sposa l'Immacolata Vergine Maria, dalla quale nacque di Spirito Santo il Signor
Nostro Gesù Cristo che presso gli uomini degnossi di essere riputato figlio di Giuseppe, e gli fu
soggetto. E Quegli, che tanti re e profeti bramarono vedere, Giuseppe non solo Lo vide, ma con
Lui ha dimorato e con paterno affetto L'ha abbracciato e baciato; e per di più ha nutrito
accuratissimamente Colui che il popolo fedele avrebbe mangiato come pane disceso dal cielo,
per conseguire la vita eterna. Per questa sublime dignità, che Dio conferì a questo fedelissimo suo
Servo, la Chiesa ebbe sempre in sommo onore e lodi il Beatissimo Giuseppe, dopo la Vergine Madre
di Dio, sua sposa, e il suo intervento implorò nei momenti difficili.”
Il documento definisce come “tristissimi” erano quei tempi: “Ora, poiché in questi tempi
tristissimi la stessa Chiesa, da ogni parte attaccata da nemici, è talmente oppressa dai più gravi
mali, che uomini empi pensarono avere finalmente le porte dell'inferno prevalso contro di lei,
perciò i Venerabili Eccellentissimi Vescovi dell'universo Orbe Cattolico inoltrarono al Sommo
Pontefice le loro suppliche e quelle dei fedeli alla loro cura commessi chiedendo che si degnasse
di costituire San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica.”
Avendo poi nel Sacro Ecumenico Concilio Vaticano più insistentemente rinnovato le loro
domande e i loro voti, il Santissimo Signor Nostro Pio Papa IX, costernato per la recentissima e
luttuosa condizione di cose, per affidare Sè e i fedeli tutti al potentissimo patrocinio del Santo
Patriarca Giuseppe, volle soddisfare i voti degli Eccellentissimi Vescovi e solennemente lo dichiarò
Patrono della Chiesa Cattolica, ingiungendo che la sua festa, cadente nel 19 di marzo…” (cfr. Pio IX,
Quemadmodum Deus, 8 dicembre 1870).
UN DOCUMENTO DEI TEMPI TRISTISSIMI
Papa Pio IX affida tutta la Chiesa alla protezione di San Giuseppe in un tempo molto triste. Il
lungo periodo del pontificato di Pio IX (1846-1878) fu particolarmente tormentato sia dal punto di
vista politico che religioso. Il rifiuto di Pio IX a entrare col Piemonte in conflitto contro l’Austria (29
aprile 1848) fu ritenuto come responsabile dell’insucesso della guerra e gli attiro una tale
impopolarità, dopo la vittoria su Carlo Alberto a Goito nel maggio 1848 e l’armistizio imposto dal
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