Page 96 - Le Riflesione su San Giuseppe
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la sua missione tutelare a guida e a difesa del Corpo mistico di Cristo medesimo, sempre debole,
sempre insidiato, sempre drammaticamente pericolante” (cfr. Paolo VI, Omelia del 19 marzo 1969).
Protettore della Santa Chiesa: si tratta, dice San Giovanni Paolo II, di un’invocazione
profondamente radicata nella rivelazione della Nuova Alleanza. La Chiesa è appunto, il Corpo di
Cristo. Non era, allora, logico e necessario che colui, a cui il Padre Eterno ha affidato il Figlio suo,
estendesse la sua protezione anche su quel Corpo di Cristo, che è la Chiesa? Oggi la comunità dei
credenti, diffusa nel mondo intero, affida a san Giuseppe se stessa e affida al suo potente patrocinio
le sue necessità nell’attuale difficile tappa della storia. Invoca il tuo aiuto, o mirabile Custode del
Signore: “Tu che hai difeso Gesu Cristo, Tu che sei protettore della Santa Chiesa” (cfr. San Giovanni
Paolo II, Monterotondo, Omelie del 19 marzo 1993).
UN PROTETTORE DI ATTUALITA
La Chiesa ha sempre bisogno dell’intercessione di San Giuseppe. “La Sua protezione è
un’efficace difesa contro i pericoli che si presentano, ed ancor più un grande sostegno nell’assumersi
i compiti della nuova evangelizazzione. Oggi, quando il compito dell’evangelizzazione acquista una
particolare attualità, esorto tutti ad affidare con perseveranza quest’opera all’intercessione di San
Giuseppe” (cfr. San Giovanni Paolo II, Roma, Discorso ai fedeli della diocese di Kalisz, 6 novembre
1997)
Paolo VI invitava a invocarne il patrocinio «come la Chiesa, in questi ultimi tempi, è solita a
fare, per sé, innanzitutto, con una spontanea riflessione teologica sul connubio dell'azione divina con
l'azione umana nella grande economia della redenzione, nel quale la prima, quella divina, è tutta a sé
sufficiente; ma la seconda, quella umana, la nostra, sebbene di nulla capace (cfr. Gv 15,5), non è mai
dispensata da un'umile, ma condizionale e nobilitante collaborazione. Inoltre, protettore la Chiesa lo
invoca per un profondo e attualissimo desiderio di rinverdire la sua secolare esistenza di veraci virtù
evangeliche, quali in San Giuseppe rifulgono» («Insegnamenti di Paolo VI», VII [1969] 1268; cfr.
Redemptoris Custos, n. 30).
Ben a ragione, dunque, “ancora oggi abbiamo perduranti motivi per raccomandare a san
Giuseppe ogni uomo” (cfr. Redemptoris Custos, 31), scrive san Giovanni Paolo II. “Questo patrocinio
deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti
pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo
e di rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni dove - come ho scritto nell'esortazione apostolica
"Christifideles Laici" - la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti», e che «sono
ora messi a dura prova». Per portare il primo annuncio di Cristo o per riportarlo laddove esso è
trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale «virtù dall'alto» (cfr. Lc 24,49; At 1,8),
donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall'intercessione e dall'esempio dei suoi
santi” (cfr. Redemptoris Custos, n. 29).
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