Page 83 - Le Riflesione su San Giuseppe
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Chiedere a Dio il dono della Sapienza per entrare, pur nel tragico di questo accadimento, in
                 quello che è comunque il suo condurre e accompagnare la storia; così da coglierne il momento di
                 salvezza.


                        OPERATORI DI SPERANZA
                 L’intera esperienza biblica tanto dell’antico testamento, quanto del nuovo, dimostra una costante
                 esperienziale capace di riannodare ogni evento: entrare nel piano di Dio, aderire alla volontà di Dio;
                 entrare, per coglierne con Dio il senso. Di questo Gesù Cristo ne sarà singolare annunciatore come
                 Figlio, nella continua ricerca della volontà del Padre a cui conformarsi.

                        È forse proprio questo il luogo in cui matura la verità profonda della propria relazione con
                 Dio. Riconoscere che c’è un piano, una volontà, quella di Dio, che parla, interpella. Si comprende
                 ancor meglio l’esortazione della Prima Lettera di Pietro (3, 15): “Ma adorate il Signore, Cristo, nei
                 vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”.
                 Come, noi cristiani siamo stati e siamo operatori di questa essenziale testimonianza di salvezza nella
                 storia? La pandemia ha seriamente richiamato ciascun cristiano a riconoscersi operatore di questa
                 speranza. Come ascoltiamo nella parabola (Mt 13, 33) del lievito, che nascosto e silenzioso è capace
                 di fermentare la massa; o dell’invito a essere sale della terra e luce del mondo (Mt 5, 13).

                        Dobbiamo riconoscere di aver assistito al rilancio di interpretazioni teologiche fuorvianti sulle
                 origini  della  pandemia,  presentata  come  punizione  o  flagello  di  Dio  per  i  peccati  degli  uomini.
                 Interpretazioni da toni moraleggianti che hanno, pur forse nella loro ragionevolezza, il pericolo di
                 mercificare la misericordia di Dio nel do ut des: abbondantemente e comunque riversata nella storia.
                 Persino “la tentazione del miracolo” è parsa come unica preghiera da rivolgere al cuore di Dio, come
                 fosse il mago di turno, che a suon di bacchetta facesse scomparire il virus. Tutto questo ha a che fare
                 con saghe fantastiche; diversamente da ciò che il Timor di Dio invita come atteggiamento.

                        La  capacità  matura  di  rivolgersi  a  Lui  come  a  un  Padre,  riconoscendolo  Onnipotente
                 nell’amore.

                        GIUSEPPE: ARTIGIANO DI PROSPETTIVE
                 Giuseppe di Nazareth anche in questo tempo si mostra come maestro di vita, ricordandoci che: c’è un
                 piano di Dio in cui entrare e non una realtà da evitare. Il brano biblico di riferimento Mt 2, 19-23
                 presenta gli ultimi due sogni di Giuseppe. La richiesta è chiara ancora una volta. Giuseppe dovrà
                 prendere  Maria  e  il  Bambino  e  ritornare  nella  terra  di  Israele.  Quella  che  per  Giuseppe  poteva
                 sembrare ormai una tregua dopo la fuga in Egitto (Mt 2, 13-18) si rivelerà di fatto un momento di
                 attesa, perché la storia procedesse secondo il cuore e la sapienza divina.


                        L’essere chiamato di Giuseppe a custodire e mettere in salvo la vita, tanto di Gesù quanto di
                 Maria, significò entrare in una volontà, in un piano ben preciso, quello di Dio. La stabilità e serenità
                 sicuramente realizzata da parte di questo padre e marito verrà nuovamente rimessa in discussione.
                 Puntuale l’Angelo ritornerà a riorganizzare i piani, probabilmente i progetti di Giuseppe per il suo
                 avvenire.  Infondo  quale  uomo  non  è  alla  ricerca  della  serenità,  della  stabilità  di  una  casa,  della
                 sicurezza di un lavoro, della felicità della famiglia. Ancora una volta per Giuseppe la strada mostrerà
                 due sentieri: entrare o meno nell’opera di Dio. Cosa farà Giuseppe…?



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