Page 63 - Le Riflesione su San Giuseppe
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SAN GIUSEPPE, UOMO LABORIOSO
P. John Attulli,osj
Introduzione
Spesso la nozione di lavoro è associata a quella di fatica.
Ma il lavoro è qualcosa di più della semplice fatica, altrimenti le
persone non si sentirebbero così disorientate quando lo perdono.
"Per uccidere un uomo, non serve togliergli la vita, basta togliergli
il lavoro" (Pino Aprile). Questo lo proviamo in questo periodo di
corona virus, covid-19.
Nelle società moderne avere un lavoro è importante per
conservare la stima di sé. Anche quando le condizioni lavorative
sono relativamente dure, cattive e ripetitive, il lavoro tende a essere
un fattore di importanza fondamentale per il benessere psicologico
di un individuo. Infatti il lavoro offre delle soddisfazioni
intrinseche che assumono probabilmente un valore maggiore del
denaro guadagnato. Molte persone sostengono che la loro maggior
preoccupazione non è la quantità di denaro che possono guadagnare, quanto piuttosto riuscire a
dimostrare di saper svolgere bene l’attività che sono chiamati a compiere.
In questi ultimi secoli si è creato un distacco tra la psicologia del lavoro e quella religiosa, un
distacco che ha avuto grandi ripercussioni sociali. E ancora oggi questo tiene lontani dalla fede
cristiana tanti uomini e donne. Questo è uno dei maggiori fraintendimenti della società moderna.
Papa Pio XII istituì la festa di 'San Giuseppe artigiano' nel1° maggio 1955 con l'intenzione di
aiutare i lavoratori a scoprire il senso cristiano del lavoro, così pienamente incarnato nell’umile
falegname di Nazareth.
Nel libro della Genesi
Riguardo al lavoro, la Bibbia offre principi di ordine generale e non una trattazione sistematica
e approfondita. Il lavoro viene accettato e presentato come parte integrante della vita dell’uomo e
collocato nella prospettiva del rapporto tra Dio e l’uomo.
Il libro della Genesi presenta Dio Creatore (Genesi1) come un Dio che lavora e si riposa: in
sei giorni crea l’universo. Il settimo giorno è compimento del lavoro dei sei precedenti in cui Dio
contempla la perfezione della propria opera e riposa. Il giorno di riposo è giorno di benedizione. E’
il giorno della benedizione di un Dio che non è ozioso, ma che racchiude in sé lavoro, cioè dono di
Sé, fecondità. "Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li
creò"(Gen 1, 27). "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e
lo custodisse"(Gn 2,15). L’uomo è immagine di Dio e posto da Dio nel giardino, a lui è affidato il
compito di custodirlo e coltivarlo. “L’uomo è dunque, come il suo Dio, un essere che lavora e riposa.
Sia il 'lavoro' sia il 'riposo' rientrano nell’immagine di Dio”( A. Bonora, Lavoro, in NDTB, p. 778).
L’essere immagine di Dio e la benedizione divina inserisce tutta la vita dell’uomo, lavoro compreso,
nel contesto della relazione con lo stesso Creatore.
Nel racconto del capitolo tre della Genesi leggiamo che l’uomo vuole stabilire i criteri del suo
essere e del suo agire al di fuori del contesto del rapporto con Dio e della sua opera d’amore. Egli
segue il messaggio del serpente nella direzione di una volontà di dominio avaro ed egoistico. Perciò,
si legge in Gn 3,17-19, Dio si rivolse all'uomo e disse: "Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e
hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo
per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà
per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla
terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!". Da quel momento in poi,
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