Page 58 - Le Riflesione su San Giuseppe
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di pettegolezzo e di critica che si era diffuso in città e che serpeggiava ormai anche tra il popolo,
alimentato da quella parte del clero che parteggiava per le ragioni della Piccola Casa. Le difficoltà
economiche erano sempre maggiori perché tra collegiali e carissimi, residenti sia in Asti sia in Frinco,
si era raggiunto il numero di 200. I benefattori, vista la situazione e considerata la lontananza fisica
del Marello, preoccupati ritiravano i prestiti che avevano depositati. Si era arrivati perfino ad accusare
i Fratelli di usare per sé le offerte destinate ai poveri.
Ebbene, in tutto questo clima di incertezza, preoccupazione e angoscia, il Padre Fondatore riconosce
che “i Fratelli di San Giuseppe nel mese dedicato al loro Patrono, più che in ogni altro tempo
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dell’anno, ad imitazione di Lui, miscent gaudia fletibus ”. Ma non bisogna scoraggiarsi! Chi ha
scelto San Giuseppe come Guida e Modello di vita spirituale sa che gioie e dolori sono gli ingredienti
di cui è impastata la divina volontà. Per questo, immaginando di salutare definitivamente i suoi figli,
il Padre lascia a loro e a ciascuno di noi questa sua ultima raccomandazione: “State tutti di buon
animo sotto il paterno manto di S. Giuseppe, luogo di sicurissimo rifugio in tribulationibus et
angustiis”.
Ancora una volta, la conferma di una vita e una spiritualità totalmente consegnate nelle mani del
grande Patriarca San Giuseppe. Totus tuus!
10 “mescolano gioie e pianti” (tratto all’inno a San Giuseppe Te Joseph).
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