Page 60 - Le Riflesione su San Giuseppe
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Dunque il “pilota”che ci segna la via, è s. Giuseppe. Ma è anche colui che dà la forza a chi ha
bisogno di sostegno perché da solo non cela fa: sorreggi. E questo ogni giorno, anzi in ogni momento.
E la guida è talmente sicura che ci fa arrivare alla meta fissata dalla Provvidenza.
S. Giuseppe per lui era “la guida e il maestro della vita spirituale, il modello inarrivabile di virtù
interiori e nascoste”. Anzi aggiungeva con una confidenza commovente: “il nostro buon Papà”, “il
primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù”.
Guida sicura. Egli concepiva la vita spirituale come un cammino, cioè un continuo avanzare e
crescere per realizzare “il disegno spirituale che il Signore ha tracciato a nostro riguardo”
(Insegnamenti. Consigli spirituali e omelie raccolti da Bice Graglia e Sr. Albertina Fasolis, in Studi
Marelliani 9 [2017], p. 282) .
Ovviamente per il nostro Santo fondatore la guida per eccellenza è lo Spirito Santo, al quale egli
si sottomette con docilità estrema: pensate alla frase:”Non dobbiamo muovere lingua, cuore, mani
senza prima consultare lo Spirito Santo”(ibid., p. 146).
Ma con lo Spirito Santo, quasi come modello di fedeltà allo Spirito, prende Giuseppe. Questi
compenetra tutta la sua vita spirituale, i suoi pensieri e i suoi sentimenti, la sua attività e il suo stile
di vita. S. Giuseppe diventa il motivo ispiratore di tutto: “Ognuno prende le proprie ispirazioni dal
suo Modello S. Giuseppe che fu il primo sulla terra a curare gli interessi di Gesù … (Lettera 83 in
l.cit., p. 275).
In che cosa s. Giuseppe diviene la guida sicura per il nostro Fondatore? Esattamente in tutto, per
quel principio di totalità da lui adottato.. Ma analiticamente vedrei particolarmente tre ambiti: 1)
guida nelle relazioni con Gesù; 2) guida nella vita spirituale (o religiosa) propriamente detta; 3)
guida nella attività apostolica.
1) Guida nelle relazioni con Gesù. A neppure un anno dalla sua ordinazione sacerdotale san
Giuseppe Marello scriveva in una lettera stupendamente rivelatrice: “O glorioso Patriarca s.
Giuseppe, non ti scordar di noi. Tu che dopo la Vergine benedetta primo stringesti al seno il
Redentore Gesù, sii il nostro esemplare nel nostro ministero che, come il tuo, è ministero di relazione
intima col Divin Verbo. Tu ci ammaestri, ci assisti, ci rendi degni membri della Sacra Famiglia”
(Lettera 37 in l.cit., p. 157). Ordinato sacerdote il 19 settembre 1868, scrive queste parole all’amico
don Giuseppe Riccio a metà marzo 1869, cioè sei mesi dopo. E da queste parole viene fuori tutta
l’anima della sua devozione a s. Giuseppe. Qui, fratelli, fermiamoci un momento a meditare la
grandezza del cuore di San Giuseppe sotto l’aspetto di questa relazione intima con Gesù: relazione
che è comunione di vita, condivisione di intenti, scambio di affetti sublimi, servizio di amore. S.
Giuseppe Marello intuisce tutte queste cose nei primi mesi del suo sacerdozio, comprendendo bene
che per questo sacerdozio deve vivere pure lui un rapporto ministeriale di relazione intima col Divin
Verbo. E’ la vita sacerdotale intuita nella missione propria di Giuseppe: ministero di relazione intima
con Gesù .
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