Page 65 - Le Riflesione su San Giuseppe
P. 65

marzo 1964). Quindi, la partecipazione di Gesù al lavoro di Giuseppe andò ben oltre ogni attività
                 esercitata occasionalmente accanto a un altro. Si tratta di una sottomissione, il cui significato qualifica
                 e definisce tutta la vita di Gesù.
                        Scrive san Giovanni Paolo II, nella Redemptoris Custos: "Il lavoro umano e in particolare il
                 lavoro manuale trovano nel Vangelo un accento speciale. Insieme all’umanità del Figlio di Dio esso
                 è stato accolto nel mistero dell’Incarnazione, come anche è stato in particolare modo redento. Grazie
                 al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il
                 lavoro  umano  al  mistero  della Redenzione"(n  22). Nutrire  e  crescere  il  Fanciullo  Divino  che  si
                 preparava a essere la vittima e oblazione per la redenzione del mondo: questo era il motivo che
                 rendeva  sante  e  sommamente  meritorie  le  fatiche  di  san  Giuseppe.  Per  questo  suo  servizio  e
                 partecipazione  al  mistero  della  Redenzione la  Chiesa  lo  venera  e  propone  come  esempio  per  i
                 lavoratori.

                 Alcune caratteristiche Giuseppine del lavoro

                        L'intimità con Dio. "La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verità. La prima l’ho trovata
                 nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora"(Khalil Gibran). San Giuseppe possedeva
                 questi due doni avendo un cuore che amava e le mani che lavoravano. La forza del lavoro silenzioso
                 di Giuseppe derivava dal suo amore per Dio e per Gesù e Maria.  Giuseppe è uno che ha scoperto
                 l’amore di Dio per l'umanità e così ha accolto il progetto di Dio di essere l’“Emmanuele”. È da questa
                 esperienza intima di fede procedeva la sua forza di condurre una vita dura e di fare tutto il necessario
                 per prendersi cura di Maria e Gesù.

                        La  disponibilità  e  obbedienza  alla  Volontà  Divina.  Il  lavoratore  realizza  la  sua  piena
                 vocazione, volta anzitutto a guadagnare i beni celesti (Mt 6, 25-34), unico e vero fine ultimo. San
                 Giuseppe  lo  comprese  bene  dopo  aver  ascoltato  la  voce  di  Dio  per  mezzo  dell'angelo.  Perciò,
                 consegnò la propria vita a un Progetto che lo trascendeva, con l’accettazione del comando di prendere
                 con sé Maria. Giuseppe "dimostrò in tal modo una disponibilità di volontà, simile a quella di Maria,
                 in ordine a ciò che Dio gli chiedeva per mezzo del suo messaggero”(RC,3).

                        Fiducia nella Divina Provvidenza. Non ebbe mai troppa preoccupazione, l’ansia e l'affanno di
                 chi  non  ha  fede  in  quella  Provvidenza  che  sfama  i  passeri.  Perciò,  da  uomo  giusto,  osservava
                 esattamente  il  riposo  settimanale  del  sabato  prescritto  dalla  legge  agli  Ebrei.  Lasciava  l'officina
                 quando i doveri delle celebrazioni religiose glielo imponevano, o quando speciali voleri di Dio lo
                 ispiravano a intraprendere dei pellegrinaggi. Così rispettava e manteneva il primato di Dio nella sua
                 vita con la fiducia filiale in Lui.
                        Giustizia e onestà. Essendo uomo giusto, sapeva che il lavoro è legge per tutti. Egli non si
                 ribellò,  non  si  lamentò  del  suo  mestiere,  né  della  fatica.  Anzi,  lavorò  con  assiduità,  pazienza  e
                 generosità,  eseguendo onestamente gli obblighi e i contratti. Ci sono state molte occasioni in cui san
                 Giuseppe sentì dolore e sofferenza derivanti dalle ingiustizie degli altri. Però Giuseppe rimase giusto;
                 e la sua giustizia non è semplicemente quella derivante dall’osservanza scrupolosa dei comandamenti,
                 ma è la ricerca integrale della Volontà Divina.

                        L'umiltà. San Giuseppe amò e rispettò il suo lavoro. "L’uomo che si vergogna del suo lavoro
                 non può avere rispetto di se stesso"(Bertrand Russell). San Giuseppe nella sua umiltà non prestò
                 attenzione a tutte quelle ragioni che potevano sembrare buone e che avrebbero potuto indurlo a non
                 occuparsi in cose materiali: l'essere discendente del grande Re Davide, l'essere sposo della Madre di
                 Dio, il Padre putativo del Verbo Incarnato, ecc… L'umiltà gli insegnò a conciliare la sua dignità con
                 l'esercizio di un mestiere molto ordinario, umile e faticoso.

                        Spirito di povertà e distacco. San Giuseppe non cercava lavoro per soddisfare l'avidità di
                 guadagno o ricchezza. Non voleva essere ricco e non invidiava i ricchi. Il lavoro non è stato mai un

                                                                                                         63
   60   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70