Page 23 - Le Riflesione su San Giuseppe
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10.Certosini e apostoli [oranti, uomini di Dio e missionari]. Nelle parole di papa Francesco l’ideale
                 di essere “certosini e apostoli” è una “felice sintesi” lasciataci da San Giuseppe Marello” (Discorso
                 agli Oblati di San Giuseppe, 31 agosto 2018). Per essere incisivi testimoni e apostoli del Regno di

                 Dio bisogna amare la preghiera, vivere “nell’intima unione con  il Verbo divino” e  dall’amoroso
                 dialogo con il Signore scaturisce l’ispirazione e la energia spirituale per un efficace apostolato. Il
                 compito  di  sintonizzare  e  armonizzare  il  nostro  essere  certosini  (vita  interiore,  contemplazione,
                 studio, preghiera, raccoglimento, tempo per la riflessione) con l'attività esterna (apostolato, gestione
                 del flusso di informazioni, rete dei contatti sociali virtuali e reali) e con la vita fraterna in comunità,
                 costituisce una delle nostre sfide. In fondo, si tratta di trovare l'equilibrio tra la preghiera e l'apostolato
                 e tra l'annuncio della parola di Dio e il tempo dedicato alla meditazione.

                 Purtroppo spesso avviene che la dimensione contemplativa sia la prima vittima di tante occupazioni
                 e preoccupazioni quotidiane. E la cultura attuale non aiuta ad alimentare un’attitudine contemplativa.
                 Immersi in tanti stimoli, si rischia di vivere nella ricerca continua di gratificare i bisogni immediati e
                 nell’ansia  dell’attivismo  (Lettera  agli  Oblati  di  San  Giuseppe,  San  Giuseppe  contemplativo  non
                 soltanto in azione, 30 maggio 2019).


                 In conclusione.

                 Sarebbe una grande occasione perduta se, all’Anno di San Giuseppe in corso e all’entrata in vigore
                 delle Regole, non seguisse una specie di rinascita morale e spirituale in grado di ridare vigore e senso
                 alla vita e alla missione. Inoltre, la ricorrenza dei 125 anni dalla morte del nostro padre Fondatore
                 costituisce un’altra occasione a intraprendere, personalmente e all’interno delle comunità, un percorso
                 volto a riscoprire e a vivere con nuovo slancio la nostra identità.

                 In questo momento di sfide, è imperativo rispondere con generosità ad ogni situazione umana di
                 sofferenza  e  rafforzare  i  legami  di  solidarietà  tra  noi  ed  i  bisognosi.  Conviene  impegnarci  con
                 coraggio a testimoniare e annunciare il Vangelo della speranza radicata in Dio per il quale “nulla è
                 impossibile” (Lc 1,37).


                 La festa di San Giuseppe Marello cade questa volta alla vigilia della Pentecoste. Pertanto, insieme
                 con lui, preghiamo: “Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del
                 tuo amore”.

                 Buone feste e buon proseguimento dell’Anno di San Giuseppe.

                 Roma, 30 maggio 2020, Solennità di San Giuseppe Marello.





                 Con un saluto fraterno,











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