Page 166 - Le Riflesione su San Giuseppe
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vere case religiose, malgrado che le nostre occupazioni siano così diverse da quelle dei Certosini e
                 che le nostre abitazioni siano il ritrovo e il luogo di convegno della gioventù alle nostre cure affidata:
                 anzi dirò che appunto per questo noi dobbiamo premunirci con l’esercizio della presenza di Dio e con
                 lo spirito di preghiera contro il rischio tutt’altro che improbabile di divenir dissipati e mondani come
                 tanti di coloro fra i quali esercitiamo il nostro quotidiano ministero.”


                 5. Da lettera di Don Giovanni Battista Cortona a Don Patrizio Garbaroglio (17 agosto 1923)
                        “Sono alcuni giorni che insiste in me un pensiero di scrivere al Cardinale Laurenti… per
                 pregarlo  a  non  cambiare  il  nome  di  Oblati  di  S.  Giuseppe  che  fu  messo  dal  nostro  amatissimo
                 Fondatore, e che contiene il programma della vita che debbono fare i componenti la Congregazione.
                 Il nostro Padre mettendoci questo nome intendeva che gli oblati fossero alla dipendenza dei Vescovi
                 e, nelle parrocchie, anche dei parroci: e non si decise di ricorrere a Roma per avere l’approvazione
                 della Santa Sede, se non per l’affare degli ordini, per poter incardinare i soggetti alla Congregazione,
                 perché prima non si poteva fare. Se quelli che verranno dopo, avranno un po’ di rispetto per il Padre,
                 non potranno far a meno che ricorrere alla Congregazione dei Religiosi per avere quel nome che fu
                 messo da Padre”.























































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