Page 171 - Le Riflesione su San Giuseppe
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nella Esortazione Apostolica Redemptoris Custos, mette la capacità di San Giuseppe di accettare i
                 sacrifici, che ha dovuto affrontare, in relazione con l’unione interiore che ha avuto con Dio. Il Santo
                 Padre ha scritto: “Il sacrificio totale, che Giuseppe fece di tutta la sua esistenza alle esigenze della
                 venuta del Messia nella propria casa, trova la ragione adeguata nella sua insondabile vita interiore,
                 dalla quale vengono a lui ordini e conforti singolarissimi, e derivano a lui la logica e la forza, propria
                 delle anime semplici e limpide …”

                        Anche le famiglie anche chiamate a coltivare questa vita interiore, così come sono chiamate
                 ad accettare i sacrifici giornalieri che vengono dal servizio altrui. Il nostro parroco, P. Larry Toschi,
                 ha scritto un libro nel 1994, San Giuseppe nella Vita di Due Beati della Chiesa.. In questo libro
                 descrive la devozione che, sia pur in tempi diversi, hanno avuto per San Giuseppe il Beato Giunipero
                 Serra e Giuseppe Marello, a quel tempo ancora soltanto Beato. Riferendosi anche alla Redemptoris
                 Custos, P. Toschi fa osservare: “…l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio... può essere risultato
                 solo della profonda vita interiore di San Giuseppe. Questo conferma l’insegnamento del Marello, più
                 di un secolo dopo, che San Giuseppe è il modello della contemplazione e dell’unione con Dio. Il
                 Marello consiglia: ‘Raccomandiamoci al glorioso San Giuseppe, guida e maestro della vita spirituale,
                 modello inarrivabile di vita interiore e nascosta..’

                        Come è importante per noi, ricordare che San Giuseppe e la sua amata sposa e nostra Madre,
                 Maria, furono entrambi laici. Hanno vissuto come famiglia, con le molte più difficoltà di quante ne
                 abbiano alcune famiglie di oggi. Siamo chiamati alla interiorità di San Giuseppe e il Marello ci
                 suggerisce  concretamente  come  farlo.  Citiamo  P.  Toschi,  che  ha  sua  volta  cita  il  Marello  in  un
                 consiglio dato a Suor Fasolis: “Quando si va alla Santa Comunione pensiamo che Gesù viene a noi
                 come un piccolo Bambinello; e allora preghiamo S. Giuseppe che ci aiuti ad accoglierlo, come quando
                 Egli lo  teneva tra le Sue  braccia.” Immagine bellissima  e che anche i membri  più  giovani  della
                 famiglia possono capire e gustare. Quando riceviamo la Santissima Comunione, chiediamo a San
                 Giuseppe di aiutarci ad accogliere Gesù come un bambino nella profondità del nostro cuore e a farci
                 trasformare come Giuseppe, in un’unione intima con la Santa Famiglia.

                        [Michela] San Giuseppe Marello incoraggiava i suoi figli spirituali ad essere straordinari nelle
                 cose ordinarie. Diceva: “Siano piccoli o grandi gli uffici che ci vengono affidati, basta che li facciamo
                 per ubbidienza alla volontà di Dio e acquisteremo in essi grandi meriti.”
                        La vita di famiglia rimane la maggiore opportunità per essere straordinari nelle cose ordinarie.
                 Come madre di famiglia, i miei giorni sono occupati in tante interazioni con i miei figli e con mio
                 marito, che mi forniscono ampia opportunità di mettere in pratica questo concetto. Per esempio,
                 quando una delle mie figlie mi chiede di fare qualche cosa per lei, e io sono occupata in un’altra
                 faccenda, posso scegliere di essere impaziente con lei e farle vedere che ovviamente sono occupata,
                 oppure posso approfittare dell’opportunità di praticare la pazienza...

                        Ogni giorno, faccio scuola in casa, seduti intorno alla tavola, e mi trovo a lottare per essere
                 gentile nei confronti dei miei “studenti”. Probabilmente è questo il momento più difficile per me di
                 stare attenta di come parlo con i miei figli. Devo essere particolarmente attenta nel modo di rispondere
                 loro senza essere impaziente, sarcastica o maleducata.





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