Page 174 - Le Riflesione su San Giuseppe
P. 174
[Tommaso] Durante quel ritiro siamo stati invitati a mettere un’immagine dei Santi Sposi
nella nostra casa, prendendoli come modello e guida per la nostra vita matrimoniale e familiare.
Abbiamo chiesto al nostro Parroco di fare una cerimonia speciale per questo e abbiamo cominciato a
recitare una decina del rosario dei Santi Sposi prima di andare a dormire. L’abitudine di recitare
questa preghiera ha gradualmente cambiato la nostra vita di preghiera come coppia, diventando
sempre più unificante. È una cosa ordinaria, semplice, ma abbiamo imparato che lo possiamo fare in
un modo straordinario. A volte, quando vado al letto e Michela è già addormentata, recito le preghiere
da solo, pensando con tenerezza come i Santi Sposi ci hanno portato ad avvicinarci ancor più.
In quel ritiro abbiamo imparato anche che i figli sono ci sono stati dati come un dono, per
l’aumento della famiglia, della Chiesa e della società. Famiglie buone fanno il mondo buono. Dopo
di allora non potevo più vedere i nostri figli semplicemente come nostri, ma dovevo vederli come
destinati a contribuire alla vita della Chiesa e al miglioramento del mondo. Il mio compito come papà,
adesso, aveva uno scopo più alto di quanto avessi prima immaginato.
Guardando indietro ai 17 anni dal momento che ci siamo spostati, posso vedere che Dio ci ha
guidato su un cammino di intimità ogni volta maggiore con lui. A ogni passo abbiamo sentito il suo
invito gentile a dire sì alla sua chiamata di amore e di servizio a imitazione della Santa Famiglia.
Dopo il ritiro di cui vi abbiamo parlato, siamo stati invitati a far parte dell’équipe del ritiro e lo
facciamo ancora. È una sfida continua per noi vivere il nostro matrimonio come una chiamata di Dio
e di vedere i nostri figli come doni fatti a noi e agli altri, specialmente alla Chiesa.
Qualche anno fa siamo stati invitati a un incontro per diventare Aggregati Laici degli Oblati.
Dopo la nostra accettazione, abbiamo cominciato il programma di formazione. Dopo tanti anni in cui
abbiamo ascoltato varie cose di San Giuseppe Marello, finalmente abbiamo cominciato a imparare
chi Egli era davvero. Più o meno nello stesso tempo, nostro figlio Matthew imparava di lui le stesse
cose nel seminario. Lui dice che ha imparato da noi, mentre noi pensiamo di aver imparato molto sul
Marello proprio da lui, Matthew. Come Aggregati Laici, adesso recitiamo la Liturgia delle Ore e
partecipiamo alla vita della parrocchia, cercando di impegnarci sempre più al servizio del Salvatore
come fece San Giuseppe.
Ognuno di noi qui radunati siamo fortunati per la relazione che abbiamo con la bella comunità
fondata da San Giuseppe Marello. Nello scrivere questa relazione ci siamo accorti ancora di più come
Dio ha utilizzato questi uomini santi, sconosciuti alla maggior parte delle persone, per evangelizzare
una porzione di mondo con la laboriosità e lo zelo apostolico delle loro comunità di preghiera. Siamo
stati sfidati anche a riflettere su quanto possiamo fare sempre di più: approfondire la nostra vita di
preghiera in unione con la Chiesa; lavorare di più con un servizio disinteressato negli impegni nascosti
che abbiamo assunto; sviluppare una vita interiore più ricca, togliendo distrazioni ed abbracciando
più silenzio e più contemplazione; incoraggiare di più i giovani ad ascoltare la chiamata di Dio e
pregare di più per le vocazioni alla vita religiosa...
San Giuseppe viveva una vita di virtù tutta nascosta. Ha fatto quello che Dio lo ha chiamato
a fare, senza attirare l’attenzione su di lui. Molte volte, quando partecipiamo alle attività della
parrocchia, ci attacchiamo al nostro apostolato, al modo di farlo, ai risultati e al riconoscimento degli
altri... Possiamo chiedere a San Giuseppe Marello di aiutarci a coltivare lo spirito di distacco,
28