Page 173 - Le Riflesione su San Giuseppe
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bambini e quindi i nostri figli hanno avuto spesso occasione di servire la messa e di entrare in contatto
                 con i sacerdoti, ogni settimana. P. Arnold Ortiz O.S.J., che era  parroco in quel momento, chiedeva
                 ai nostri figli, a volte scherzando, ma più spesso seriamente, se avevano mai pensato alla vocazione
                 religiosa. Due dei nostri figli, Elijah e Nathan, hanno chiesto di entrare nel seminario minore, ognuno
                 decidendo dopo un anno che non si sentivano chiamati alla vita religiosa.


                        Nel 2001, il nostro terzo figlio, Matthew, dopo aver finito l’università e cominciato un bel
                 lavoro nel campo informatico come programmatore, si è ammalato in modo molto serio e quasi é
                 morto. Dopo un intervento chirurgico al cervello, è tornato a casa per abitare con noi durante la sua
                 convalescenza. In quel tempo, ha cominciato a frequentare P. Toschi per la direzione spirituale. È
                 entrato in seminario nel gennaio del 2003 e ha fatto la professione perpetua come Oblato quest’estate
                 scorsa. Ora si sta preparando, come diacono, per ricevere l’ordinazione sacerdotale entro quest’anno.
                 Più recentemente, il nostro ottavo figlio, Stephen, ci ha detto che sta considerando la possibilità di
                 entrare, in autunno, nel seminario.  Le nostre figlie piccole continuano a parlare della possibilità di
                 farsi religiose, ma la più piccola dice che le piacerebbe essere “normale”. Non vi diciamo questo
                 perché ci consideriate particolarmente speciali (non lo siamo affatto!), ma perché le vocazioni sono
                 sempre chiamate che vengono Dio. Togliendo tante distrazioni dalla vita di ogni giorno, pregando
                 insieme come famiglia e impegnando i figli in discussioni attive e continue sulla loro vocazione, li
                 incoraggiano a rimanere aperti alla chiamata che Dio ha per loro. Siamo convinti che tante vocazioni
                 oggi  non  si  realizzano  solo  perché  mancano  il  tempo,  la  preghiera  e  l’attenzione  da  parte  delle
                 famiglie nel senso di incoraggiare i loro figli ad ascoltare attivamente la voce di Dio.

                        Come abbiamo detto, quando ci siamo incontrati la prima volta con gli Oblati di San Giuseppe,
                 non avevamo mai sentito parlare di San Giuseppe Marello. Ma subito abbiamo sentito l’ispirazione
                 di  cominciare  ad  invocare  la  sua  intercessione  nelle  preghiere  prima  dei  nostri  pasti.  Tutto  è
                 cominciato con un semplice “San Giuseppe Marello, prega per noi”, detto alla fine della cena. Piano,
                 piano, abbiamo aggiunto altre invocazioni marelliane nella nostra vita. Abbiamo sentito parlare della
                 devozione dei mercoledì dedicati a San Giuseppe e ci è piaciuta: così l’abbiamo fatta diventare parte
                 delle nostre preghiere in famiglia ogni mercoledì sera, aggiungendola alla decina del rosario che
                 sempre recitiamo.

                        Una  volta,  per  Natale  Matthew  è  tornato  a  casa  dal  seminario,  portando  una  copia  della
                 Novena. Ci ha insegnato come cantarla e come fare le risposte. Siamo stati così commossi della sua
                 bellezza, che adesso restiamo tutto l’anno in attesa di cantarla e pregarla come famiglia per i nove
                 giorni prima di Natale.

                        Anni fa siamo stati invitati ad andare ad un ritiro sul tema “L’Amore che dà Vita”, un ritiro
                 destinato  dagli  Oblati  all’educazione  delle  coppie  secondo  gli  insegnamenti  della  Chiesa  sul
                 matrimonio. Abbiamo imparato, per la prima volta, che Dio ha creato il matrimonio per un duplice
                 proposito: per l’unione dei coniugi nell’amore e per la procreazione ed educazione dei figli. Avevamo
                 25 anni di matrimonio e ascoltavamo per la prima volta che il matrimonio risponde a un proposito
                 specifico di Dio e che noi coniugi possiamo aiutarci mutuamente ad arrivare al cielo. Perché nessuno
                 ce l’ha detto prima? Il nostro matrimonio non poteva più concentrarsi sul fatto se io ero felice o no:
                 adesso dovevo considerare se davvero stavo aiutando Tom ad arrivare al cielo, o se non ero stata per
                 lui piuttosto un ostacolo.


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