Page 164 - Le Riflesione su San Giuseppe
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del piano salvifico di Dio, Lui, come dice il Marello “che fu il primo sulla terra a curare gli interessi
di Gesù, esso che ce lo custodì infante e lo protesse fanciullo e gli fu in luogo di padre ai primi
trent’anni della sua vita qui in terra”.
Facciamo allora tesoro ogni giorno della bella e preziosa invocazione al nostro santo Patrono
lasciataci dal nostro Fondatore: “Sancte Joseph, custos et protector noster, accipe nos comites tuos in
ministeriis quae in terris persolvere meruisti : S. Giuseppe, custode di Gesù e nostro Protettore,
accoglici come compagni tuoi nei ministeri che hai meritato di compiere in terra ».
Alcuni Documenti significativi sul nostro carisma apostolico, o carisma delle opere:
1. Da “Breve Memorie” di Giovanni Battista Cortona ( Pag. 79)
“Mons. Marello … fondò la Congregazione, affinché non solo noi imitassimo S. Giuseppe nella vita
interiore, ma anche nella sua vita di apostolato. Questo santo patriarca si occupò nel custodire,
difendere, nutrire Gesù. Perciò il nostro fondatore volle che noi lo seguissimo specialmente nel
custodire, difendere ed ammaestrare i giovani, nei quali più viva è l’immagine di Gesù, pur non
trascurando gli altri sacri ministeri. – Per raggiungere questo scopo egli volle che i Fratelli si
occupassero con grande diligenza dell’istruzione religiosa dei giovani e facendo loro il catechismo
nelle parrocchie ed educandoli nei nostri Collegetti di S. Chiara e di Frinco; a questo medesimo scopo
volle che alcuni Fratelli si abilitassero all’insegnamento col titolo di Maestri. Quando si aprì la scuola
serale di Catechismo per i giovani operai, egli stesso fu il primo a prestare l’opera sua in sì nobile
missione. Fatto Vescovo, allorquando la Divina Provvidenza dispose che ci fosse affidata la cura
dell’oratorio di S. Giovanni presso la Cattedrale di Asti, in cui si poteva applicare così bene questo
fine, ne prendeva vivo interesse con grande sollecitudine. Finalmente non è da tacere che quando
savie e dotte persone gli fecero la proposta di fare dei suoi Fratelli buoni infermieri e fondere la
Congregazione con altri istituti, sempre si oppose dolcemente si, ma risolutamente
perché tutto ciò non corrispondeva al fine per cui il Signore gliel’aveva ispirata.”
2. Da “Breve Memorie” ( Appendice Riservata, Pag. 7).
“I Fratelli difficilmente si adatteranno a rinunziare ai loro studi per farsi infermieri. La
Congregazione ha un fine ben più nobile, cioè quello di attendere direttamente alla salute delle
anime; ed il Signore per questo l’ha finora largamente benedetta, come ne fa testimonianza il suo
sviluppo”. (Parola di Mons. Marello, 11 Gennaio 1895).
3. Ultima Memoria sulla Congregazione, scritta da Mons. Marello nel 1895 (Cfr. Scritti e
Insegnamenti,p. 143):
“ I Fratelli di S. Giuseppe come godettero sempre il favore del vescovo così procurarono di
far sempre il possibile per non demeritarlo mantenendosi fedeli allo spirito del loro istituto che li
obbliga di no ricusarsi mai ad alcuna opera del sacro ministero cui li chiami la voce dell’Autorità
Ecclesiastica.
Fin dall’anno 1884 il Vescovo cominciò ad impiegare i Sacerdoti in qualità di Economi
spirituali delle parrocchie vacanti cui tornava difficile provvedere di altri sacerdoti per lo scarzo
reddito della prebenda. Nel corso dell’anno 1893 essendo cresciuto a sei il numero dei Sacerdoti la
Congregazione fu in grado di tenere l’amministrazione spirituale di cinque parrocchie. Per la scarsità
del Clero secolare e la mancanza di clero regolare difettando le parrocchie di predicatori e confessori
è spesso richiesta l’opera degli Oblati di S. Giuseppe nella città e nei paesi circonvicini. Così va
allargandosi per la congregazione il campo del lavoro. Oltre i Sacerdoti prestano servizio alle chiese
anche i Fratelli non ancora in Sacris. In tempo di quaresima e nei giorni festivi fanno il catechismo ai
fanciulli in varie parrocchie della Città, a ad alcune di queste prestano pure servizio nelle sacre
funzioni dei giorni festivi. Per abilitarsi a questo servizio i Fratelli attendono con tutto l’impegno allo
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