Page 159 - Le Riflesione su San Giuseppe
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LABORIOSITÁ
P. Marcello Corazzola, OSJ
INDICAZIONI DELLE COSTITUZIONI E DEL REGOLAMENTO GENERALE.
L´articolo fondamentale delle costituzioni si esprime in questa maniera: “Gli oblati di San
Giuseppe, fedeli al carisma del Fondatore, vivono il misterio cristiano... come lo visse San Giseppe
nell’unione con Dio, nell’umiltá, nel nascondimento, nella laboriositá, nella dedizione “agli interessi
di Gesú” ( c.3 ) .
La laboriositá é amore e dedicazione al lavoro in forma ordinata, intensa e metódica, tendente
a un risultato ottimale, sia nel campo materiale come spirituale (lavoro apostolico, intellettuale,
pastorale). L’inserimento della laboriositá nell’articolo 3 dice chiaramente che la congregazione
l’annovera fra quelle virtú o disposizioni di ánimo, derivate del carisma originario, che siamo soliti
chiamare “spirito propio”.
Questa laboriositá giuseppina non é in vista a una realizazzione umana, avete per scopo
ricavare un qualsiasi profitto; é imitazione di San Giuseppe che fece del suo lavoro il sostengo umano
per Gesú e María(cfr. Regole 1892, VIº) e segno di fedeltá al santo Fondatore.
Il regolamento Generale riprende il tema: “Caritá, e umile laboriositá, con esclusione di ogni
personale ambizione e propaganda, contraddistinguono il lavoro degli Oblati fedeli allo spirito delle
vere tradizioni giuseppine...” (RG 29) Umiltá e lavoriositá vengono unite e dichiarate segnali
distintivi delle attivitá Giuseppine. Richiamo qui l’articolo 58 delle Costituzioni che afferma ciò che
caratterizza il lavoro apostolico degli Oblati di San Giuseppe, é lo spirito con cui svolgono ogni loro
ministero nel servire la Chiesa in attivitá e luoghi umili, contenti di attendere ai lavori piú semplici e
ordinari con amore estraordinari (c. 58).
Nel “Progetto di Vita” si dice: Gli Oblati scelgono di seguire il Divino Maestro ... vivendo
nascostamente e silenziosamente operosi nell’imitazione di San Giuseppe, grande modello di vita
povera ed oscura... (c.7). Quando le costituzioni tracciano le linee formative dicono: “L’ideale del
santo fondatore é la sequela del Divino Maestro... nell’imitazione de San Giuseppe. Questo
comporta... la stima della vita nascosta e operosa, l’umiltá e la semplicitá...” (c.81)
Per fedeltá all’ispirazione marelliana nel noviziato “le attivitá intellettuali siano
opportunamente contemperate a quelle manuali. (c. 96) Nella professione dei professi temporali: I
religiosi, studenti o fratelli, vedranno il lavoro manuale come parte della formazione; infatti
contribuisce allo sviluppo dello spirito di laboriositá, corresponssabilitá ed umiltá, lo consideraranno
come una espressione pratica dell’amore verso i confratelli, un mezzo per vivere la povertá e un
sussidio per inmedesimarsi nelle condizioni del popolo. (RG. 81) Gia l’articolo 29 delle Costituzioni
avevano riportato le parole del Concilio affermando: “Da veri poveri, gli Oblati di San Giuseppe si
sentano impegnati alla comune legge del lavoro... come fece S. Giuseppe”.
Si afferma che il Papa Giovanni Paolo II ha riconciliato il mondo del lavoro con la Chiesa
perché é un uomo venuto dal mondo del lavoro. L’oblato di San Giuseppe é chiamato a fare la
medesima cosa, che si vedrá in seguito.
QUALI SONO LE FONTI DI QUESTA DOTTRINA?
Le fonti della nostra LABORIOSITÁ si devono incontrare nella persona di San Giuseppe, il
modello di Vita Consacrata che lo Spirito Santo ci ha indicato, e nella stessa persona del santo
Fondatore. Afferma il Papa Giovanni II che San Giuseppe era el Maestro nella bottega di Nazaret
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