Page 157 - Le Riflesione su San Giuseppe
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OPERE DEL SACRO MINISTERO
P. Gregory Finn, OSJ
Cerchero‘ in questa breve riflessione di dare un orientamento generale sulla realta‘ delle
“opere delsacro ministero”. Essere religiosi Oblati di S. Giuseppe vuol dire essere al servizio del
Regno di Cristo, vivendo radicalmente il Vangelo (cfr. Cost. 2004, art.1). Cristo stesso oltre al
comandamento di amare Dio sopra ogni cosa, aggiunge che cio‘ viene realizzato non soltanto
nell’initimo del cuore, ma anche e specialmente nelle opere concrete a beneficio del Suo Popolo.
Eccoci alle opere del sacro ministero. Ogni istituto religioso vive una vita basata su una visione di
Cristo specifica per esso che da vita a una forma di servizio, di ministero, sacro (ordinato ai fini di
Dio) che e‘ ugualmente specifico. Noi Oblati abbiamo forme di servizio che sono specificamente
nostre. Guardando alla storia e con la riflessione spirituale-teologico, spero di poter dare qualche luce
su di esse.
SGUARDO STORICO SINTETICO
Riornando agli inizi della nostra Congregazione, quando I primi membri radunati dal
Fondatore furono tutti “oblati” nel senso che sono laici, vediamo che la comunita` ha abbracciato
sopratutto il servizio ai bisognosi, cioe` la cura degli anziani provvenienti dall’Ospizio Cerruti e ancor
prima l’assistenza agli orfani del Michelerio. Fra poco tempo abbraccia anche un’apertura ai giovani
con lezioni serrali di catechismo e l’inizio di un piccolo collegio.
Dopo l’entrata di P. Giovanni Cortona, gia‘ sacerdote, la Congregazione espande le sue opere
verso quelle piu‘ propriamente “sacre”. Si continua l’attenzione ai giovani nel collegio e nelle
opportunita‘ di catechesi nella citta‘ e nei dintorni di Asti. Pero‘ con il servizio di sacerdoti, la
comunita‘ ha cominciato ministeri di confessione e direzione spirituale, di predicazione, di devozioni
popolari (al Sacro Cuore, a Gesu agonizzante e a MariaSS, specialmente Addolorata e a S. Giuseppe),
e di cura temporanea di parrochie povere e vacanti. Con la crescita della Congregazione, c’e‘ una
simile crescita nelle sue opere ministeriali. Oltre la diocese di Asti si comincia ad accettare di gestire
oratorii e persino chiese e parrocchie in una maniera piu‘ stabile. Oltre l’Italia si cominicia le missioni
in terre sprovviste del clero locale (Filippine e Brasile) dove si cominicia subito di amminstrare
parrocchie e eventualmente anche scuole. Si pensa anche ad abbracciare un tipo di missione per gli
immigrati (Stati Uniti) con un grande bisogno di sostegno umano e di evangelizzazione. Piu‘
recentemente la Congregazione ha abbracciato una missione alle terre che ancora hanno biosogno di
evangelizzazione (Nigeria) or di ri-evangelizzazione (Romania)
Sempre accanto alle nostre opere sacre (come parrocchie, chiese, oratorii e scuole) gli Oblati
hanno avuto sempre un’attenzione particolare ai bisogni sociali e di promozione umana in tutti I
luoghi dove viviamo (Peru, Bolivia, Messico, India…)
SGUARDO TEOLOGICO
Prima di tutto bisogna partire dal fatto che il S. Marello ha concepito la nostra Congregazione
come una forma di vita religiosa, cioe‘ che la sua opera principale e‘ la santificazione dei suoi membri
vivendo una spiritualita‘ particolare: seguendo Gesu‘ in imitazione di S. Giuseppe. Solo con
l’accoglienza di questa visione spirituale si puo‘ concepire il modo che il Fondatore ha voluto che
svolgiamo il nostro servizio di ministero sacro per il Popolo di Dio in ordine al Regno. (cfr. Let.76,95,
le Cost. Primitive e le Cost di 2000, art 2, 6, 7, 10, 59)
Dato che conta sopratutto lo spirito di seguire Christo come S. Giuseppe, cio’ deve essere
anche il principio del ministero sacro a ogni forma di apostolato. Infatti e‘ piu‘ lo spirito con cui si
svolge l’attivita’ che le attivita‘ stesse (che come abbiamo visto sono sviluppate e cambiato con il
passaggio del tempo). (cfr. Cost.2000, art 57, 58, 81 e il Reg. Gen art 29). Questo spirito quindi
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