Page 122 - Le Riflesione su San Giuseppe
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l’autorità legale, che gli spettava sulla Santa Famiglia, per farle dono totale di sé, della sua vita e
                 del suo lavoro, come anche di aver convertito la sua vocazione umana all’amore domestico in una
                 vocazione sovrumana di sé, del suo cuore e di tutte le sue qualità, in un amore posto a servizio del
                 Messia nato nella sua casa” (Paolo VI, Discorso del 19/03/1966).


                 Se tra le figure marcanti dei vangeli risaltano, per la loro speciale missione, San Giovanni Battista e
                 San Pietro, il primo per essere stato il Precursore di Gesù e il secondo per aver ricevuto da Lui in
                 affidamento la Chiesa, “la persona e la missione di Giuseppe, riservata e silenziosa, praticamente
                 ignorata e sconosciuta per la sua umiltà”, per dirla con le parole di Pio XI, ci rivela un tipo di
                 ministero tanto più importante quanto più nascosto, tanto più necessário quanto meno in vista. Di
                 fatto, San Giuseppe svolse la missione che gli era stata affidata nella più perfetta oblazione di sé e nel
                 più perfetto nascondimento: due caratteristiche, queste, proprie della sua personalità.


                 L’opera di San Giuseppe fu, in  certo modo, indispensabile per la realizzazione del mistero della
                 redenzione umana: lo fu poiché il piano di Dio sulla venuta del Verbo Redentore sulla terra a salvare
                 l’uomo richiedeva la presenza di uno sposo a fianco della Vergine Madre del Salvatore e di un padre
                 terreno per il Figlio di Lei. La lezione che nasce da tutta la sua vita è di grande importanza per tutta
                 la Chiesa. Paolo VI seppe cogliere bene questo suo aspetto, quando affermò: “San Giuseppe è il tipo
                 del vangelo che Gesù... annuncerà come programma per la redenzione dell’umanità; è il modello
                 degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini; è la prova che per essere buoni e autentici
                 seguaci di Gesù non occorrono grandi cose, ma si richiedono solo virtù comuni, umane, semplici,
                 ma vere ed autentiche” (Discorso del 19/03/1969).


                 Negli esempi che ci ha lasciato San Giuseppe “è chiaro che Dio si attende da ognuno di noi quello
                 che ha diritto di attendersi, ossia la risposta fedele e generosa alla sua chiamata, alla sua volontà,
                 ai suoi desideri, l’uso fedele e diligente dell’insieme dei doni naturali e sopran-naturali che Lui stesso
                 ha elargito a ciascuno, secondo le diverse congiunture della vita e i doveri del proprio stato” (Pio
                 XI).
                 “San Giuseppe è uomo di poche parole ma di vita intensa, che non si tira indietro di fronte alle
                 responsabilità ricevute da Dio. È esempio di grande disponibilità alla chiamata divina, di tranquillità
                 in tutti gli avvenimenti, di totale fiducia attinta a una vita di fede e di carità soprannaturali e a quello
                 strumento efficacissimo che è la preghiera” (Giovanni XXIII).


                 Non c’è dubbio che è all’interno della Storia della Salvezza che dev’essere considerata la vocazione
                 di San Giuseppe e riconosciuto il suo ruolo come figlio di Davide, sposo di Maria Santissima e padre
                 di Gesù. Il suo non è un posto di second’ordine e non è rimasto affatto ai margini delle vicende della
                 Redenzione, dal momento che ricevette da Dio un’altissima responsabilità, pari soltanto all'infinita
                 fiducia che in lui fu riposta, essendogli stati affidati i tesori più preziosi, Gesù e Maria.


                 San Giuseppe ebbe da Dio la grazia di far parte in maniera diretta del mistero dell’Incarnazione del
                 suo Figlio e di esserne ministro. "Discendente di Davide", trasmise a Gesù la discendenza davidica,
                 indispensabile per essere riconosciuto come Messia. Fu lui a inserire Gesù tra i cittadini del mondo
                 allora conosciuto, iscrivendolo come suo figlio, a Betlemme, in occasione del censimento di Augusto.
                 Fu lui a introdurLo nel Popolo dell’Alleanza, disponendone la circoncisione. Fu lui che Gli diede un

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