Page 120 - Le Riflesione su San Giuseppe
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confronti di Gesù, da una parte, e del concepimento verginale  del Figlio di Dio per opera dello Spirito
                 Santo, dall’altra. Sono due anelli di una catena che non è lecito sciogliere.

                 La discendenza davidica aveva per gli Ebrei una portata che oggi si stenta a capire. Le genealogie di
                 Matteo e Luca,  che attestano la discendenza davidica di Gesù e quindi la sua messianità, passano per
                 Giuseppe, pur non nascondendo che la sua paternità non è fisica. Anche l’imposizione del nome lo
                 vede in una funzione tipicamente paterno, ruolo di altissimo valore nel mondo biblico e tradizionale
                 in genere. Ma la paternità di Giuseppe ha un fondamento reale ancora più elevato: ha ricevuto questa
                 missione da Dio, il quale crea tutte le condizioni oggettive per il suo compimento.

                 Davanti alla maternità, di cui non è causa, Giuseppe rimane turbato tanto da decidere in cuor suo di
                 rimandare  la  sposa.  L’Esortazione  non  entra  nella  questione  esegetica;  sottolinea,  tuttavia,  il
                 turbamento connesso all’accettazione umile e generosa della missione ricevuta da Dio. Il turbamento
                 di Giuseppe è quello dell’uomo giusto che, alle soglie di un mistero più grande di lui, di cui risulta
                 molto difficile pensare che non fosse già a conoscenza, non sa decidersi prima di avere compreso la
                 volontà di Dio. Una volta compresa la sua vocazione, imposta la sua vita all’insegna delle fedeltà
                 silenziosa e perseverante, modello purissimo di obbedienza della fede.

                 La verità del matrimonio e della paternità di S. Giuseppe ha conseguenze importantissime per la
                 teologia del matrimonio e dell’amore in genere. Evidenziano un fatto capitale: il matrimonio, che  è
                 l’amore fra un uomo e una donna, non consiste nella sessualità, senza nulla togliere all’importanza e
                 alla  santità  della  sessualità  tra  i  coniugi.  Una  concezione  minimista  e  falsa  del  matrimonio  ha
                 fatalmente favorito la convinzione del rapporto sessuale come elemento essenziale del matrimonio;
                 proprio la riflessione su questo punto del mistero cristiano ha condotto la migliore tradizione teologica
                 a vedere l’elemento formale del matrimonio nella “indivisibile unione degli animi”. Anche da questo
                 punto di vista il comportamento virtuoso di Giuseppe è particolarmente eloquente per la nostra epoca.

                 Come  per  Maria,  anche  per  Giuseppe    la  missione  ricevuta  da  Dio  non  si  conclude  con  il
                 “pellegrinaggio della fede” terreno, ma continua in cielo. Infatti, quanto è in relazione con il Capo è
                 anche in relazione con il corpo e con le sue membra. Ispirandosi al Vangelo, i Padri della Chiesa, fin
                 dai primi secoli, hanno sottolineato che S. Giuseppe come ebbe amorevole cura di Maria e si dedicò
                 con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo,
                 la Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello. Per questo il Papa Beato Pio IX  ha proclamato
                 S. Giuseppe “Patrono della Chiesa Universale”.
                 Papa Giovanni Paolo II ricordava con particolare venerazione la preghiera al Santo di Papa Leone
                 XIII. In essa si chiede a S. Giuseppe che continui la sua missione di Protettore, allontanando da noi
                 “questa peste di errori e di vizi”, assistendoci “in questa lotta con il potere delle tenebre, difendendoci
                 dalle “ostili insidie e da ogni avversità”.

                 Ancora oggi, ci assicura il Papa, abbiamo numerosi motivi per pregare e raccomandare a S. Giuseppe
                 ogni uomo. Con S. Giuseppe Marello diciamo: “ Tu, o Giuseppe, ci insegni la via, ci proteggi in ogni
                 passo, ci conduci dove la Divina Provvidenza vuole che arriviamo”.







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