Page 49 - Le Riflesione su San Giuseppe
P. 49

ESSERE OBLATI …COME SAN GIUSEPPE
                 P. Francesco Russo, OSJ




                                                 La ricorrenza della Giornata per la Vita Consacrata (2 febbraio)
                                                 ci  offre  l’opportunità  di  riflettere  sulla  nostra  personale
                                                 consacrazione  partendo  proprio  dall’identità  di  “oblati  di  San
                                                 Giuseppe” e, aggiungerei, di “oblati come San Giuseppe”.
                                                 Vogliamo  proprio  guardare  a  lui  come  modello  riuscito  di
                                                 consacrazione a Dio.


                                                 1.       I PRIMI 3 “OBLATI” (Maria, Giuseppe, Gesù)
                                                 La lettura semantica del nostro essere “oblati” ci rimanda a questa
                                                 parola latina composta da una preposizione più un verbo: oblatum
                                                 = da ob-fero:  portare  verso,  portare davanti  a (traducibile con
                                                 offrire/offerto). La ricchezza di questo termine ci lascia intendere
                                                 che “oblato” è colui che mette la sua vita davanti a Dio ovvero
                 chi  porta  davanti al  Signore  tutta  la  sua  esperienza  esistenziale  fatta  di  sogni,  progetti,  desideri,
                 successi, fallimenti, debolezze…

                 In tal senso, possiamo intendere che i primi 3 “oblati” a cui ispirarci siano proprio Maria, Giuseppe
                 e Gesù.


                 Seguendo un ordine cronologico, la prima che si è offerta è senz’altro Maria: “Eccomi, sono la serva
                 del Signore: avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38); da un punto di vista teologico, invece,
                 indubbiamente il primato dell’offerta lo mantiene Gesù: “Entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non
                 hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né
                 sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro
                 – per fare, o Dio, la tua volontà”»” (Eb 10,5-7).


                 Maria con il suo FIAT porta la sua vita verso Dio (davanti a Dio); offre a lui quanto di più prezioso
                 possiede: la giovinezza, la verginità, la progettualità, la capacità di generare una vita.


                 La pienezza dell’offerta sarà incarnata da Gesù perché egli offrirà perfino la sua divinità e inoltre
                 metterà completamente il suo corpo (cioè la sua vita) a disposizione degli altri con il sacrificio sulla
                 croce: “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma
                 spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma
                 umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 6-8).


                 Tra questi 2 eccelsi modelli di “offerta” troviamo il nostro Giuseppe, che con il suo FECIT non sfigura
                 affatto in termini di generosità e oblatività.






                                                                                                         47
   44   45   46   47   48   49   50   51   52   53   54