Page 102 - Le Riflesione su San Giuseppe
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In cambio per la stessa epoca un gran pensatore cristiano, Gabriel Mercel, vedeva nelle origini della
                 famiglia il segreto per costruire un’esistenza veramente umana. I padri che curano e amano all’essere
                 umano scoprono fin da piccolo nel bambino, la fedeltà e la speranza quando si è voluto. Si comincia
                 a formare la coscienza di chi la sua vita e qualcosa di preziosa, un tesoro sacro che nessuno può
                 strapparlo. Tuttavia il mondo ha la necessità di un padre. O meglio precisare scoprire a Dio nella sua
                 qualità di padre. Nel NT, dove questo Buona Notizia  questa novità rivelata per il Figli, e che è
                 splendente,  “Yahveh”  l’impronunciabile,  l’assoluto,  l’eterno,  “Sadday”,  e  per  sempre  “ABBA”
                 (Perche ve o dato a conoscere, tutto lo che ho ascoltato dal mio Padre Jn 12,15). Un padre che non è
                 soltanto creatore, liberatore del suo popolo, alleato, legislatore, giudice e signore, e non soltanto è un
                 sovrano de tutte le cose, ma  prima  di tutto  lui è  un vero Padre, e al servizio della  paternità, ha
                 subordinato tutto il resto.


                 Considerando questa grande vocazione e missione di San Giuseppe, di essere “Ministro di Salvezza”
                 con l’esercizio della sua paternità umana di fede, di giustizia e di amore è incalcolabile. La ricchezza
                 della riflessione teologica è uno spirito di preghiera, che si torna inesauribile per il correre dei secoli,
                 per il suo avvicinamento al mistero di cristo e della sua incarnazione. Noi rifletteremmo al meno in
                 quelli punti sostanziali, che sono molto significati per la nostra cultura attuale nell’esercizio della
                 paternità.


                 IL SERVIZIO DELLA PATERNITÀ DI SAN GIUSEPPE, RIVELATORE DELL’AMORE
                 DEL PADRE DEL CIELO
                 Il figlio di Dio, il Verbo Incarnato, durante i primi trenta anni della sua vita terrena rimase nascosto:
                 si nasconde sotto l’ombra di San Giuseppe. Nella casa di Nazareth, “Gesù stava sottomesso a loro Lc
                 2,51”. Ad ambedue a Giuseppe e a Maria, così come un Figlio era sottomesso sui genitori. Solo
                 Giuseppe  e  Maria  conoscono  suo  mistero,  vivono  questo  mistero  in  forma  quotidiana.  Il  Figlio
                 dell’Eterno Padre è considerato davanti agli uomini come “Il Figlio dal carpentiere Mt 13 55”. Così
                 “in San Giuseppe il Padre celestiale ha espresso sulla terra, tutta la dignità spirituale della Paternità”.
                 San Bernardino di Siena afferma al parlare di San Giuseppe, che quando Dio sceglie a una persona
                 per una determinata missione, gli concede tutte le grazie necessarie per compierla. “Così al non essere
                 lui concepibile che ha una missione tanto sublime, non aspettava le qualità esigenti per portarla alla
                 fine da forma adeguata però è necessario riconoscere che San Giuseppe aveva verso Gesù, per dono
                 speciale dal cielo tutto quell’amore naturale, tutta quell’affettuosa richiesta che il cuore da un padre
                 può conoscere”. Dio ha trovato nella terra due perfetti collaboratori della sua opera maestra, come
                 Maria anche Giuseppe forma parte integrante del mistero della salvezza.


                 Posiamo impiegare un’espressione che il padre della chiesa  Santo Irineo ha detto  parlando della
                 Trinità: “Come nel cielo dio agisce con due mani che sono il Figlio e lo Spirito Santo, cosi nella terra
                 agiscono  altrettanto  con  due  mani  che  sono  Maria  e  Giuseppe.  La  sua  paternità  si  è  espressa
                 concretamente ad avere fatto dell’incarnazione e alla missione redentrice che sta unita a lui, avere
                 fatto uso dell’autorità legale, che a lui apparteneva sulla Sacra Famiglia. Per farla dono totale da lui,
                 della sua vita e del suo lavoro, all’avere convertito la sua vocazione umana all’amore domestico con
                 la sua oblazione sopra umana di se stesso, del suo cuore e di tutta le capacità, nell’amore messo al
                 servizio  del  Messia,  che  cresce  nella  sua  casa”. Così  Giuseppe  di  Nazareth  è  una  rivelazione



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